Una questione di punti di vista
Ho preso tra le mani il foglio bianco per tante volte l'ho girato e rigirato
senza riuscire a trovare gli stimoli e neanche le parole, ho provato a buttar
giù qualcosa ma puntualmente il foglio è stato accartocciato
e gettato via. Anche a distanza di giorni e aspettando il più possibile
per riuscire appunto a scrivere due righe, mi sono sentito incapace e svuotato,
una sensazione di essere stato come abbandonato all'improvviso da qualcuno
a me caro, di sentirmi solo, di aver perso un po'della mia sicurezza. E' stato
come un fulmine a ciel sereno, una notizia di quelle che non si sarebbe mai
voluta ascoltare, un sogno, anzi un brutto sogno dal quale saremmo voluti
uscire al più presto. Invece tutto vero, tutto tristemente vero, il
presidente Dino Viola si è "congedato", da noi tutti. In
silenzio, in punta di piedi, con la sua Roma in cima ai pensieri come faceva
da sempre, senza darci disturbo, con quella signorilità che neanche
il male ha saputo sconfiggere. Sconfitta, parola sconosciuta nel suo vocabolario,
sconosciuta per chi aveva vinto le sue battaglie (che sono state poi anche
le nostre) lottando contro chi non ha mai amato Roma città e Roma squadra.
Sconfitta, parola amara che ha dovuto ingoiare, suo malgrado, per colpe non
sue... Quante volte, chi lo saprà mai, si era addossato responsabilità
che poteva benissimo evitare? Quante volte si era esposto, anche quando poteva
tranquillamente dimostrare la propria estraneità a certe strane storie
che, guarda caso, hanno visto coinvolta sempre la Roma?
Non l'ha mai fatto, presidente in prima linea a tutti gli effetti, non solo
per gioire dei successi, ma soprattutto per lottare. Ed io, per evitare di
cadere nell'errore che un po' tutti hanno commesso, di ripetere cioè
le lodi sperticate e travolgenti dedicate alla figura del presidente, volevo
analizzare e cercare di capire, di avere una risposta a ciò che ho
visto e sentito. Correndo magari il rischio di essere troppo duro, di riaprire
vecchie ferite, di non essere capito e come sovente accade frainteso, ma davvero
non riesco a farne a meno.
E' morto il nostro presidente e tutti, a quanto pare, si sono mostrati addolorati
e sconcertati, sguardi increduli e persi nel vuoto! Tutti improvvisamente
si sono trasformati in grandi estimatori, tutti si sono adoperati affinché
risultasse ben chiaro che Dino Viola non era mai stato messo in discussione,
anzi... Ho sentito dire che: "Si, c'era qualche divergenza d'opinioni
ma il rispetto non era mai venuto meno" Ancora, che come uomo era sempre
stato da esempio per romanità ed attaccamento alla squadra! Addirittura
i giornali hanno fatto a gara nel superarsi, si sono letti articoli quasi
commoventi. Per carità, non sto cercando di fare una classifica di
merito per il dolore mostrato, stò semplicemente provando a descrivere
una realtà dal mio punto di vista. Perché il Dino Viola tanto
rispettato ora che non c'è più, era la stessa persona che a
Roma-Cagliari era stato decantato come una sola (vedi fregatura), che fa rima
con Viola... E sempre nella stessa domenica era stato invitato per l'ennesima
volta ad andarsene in pensione! Come se la bruttissima ed ingiustificabile
prova offerta dalla Roma fosse dipesa da lui, da lui che comunque era ricoverato
e avrebbe meritato, sempre per il tanto acclamato rispetto, cori di ben altra
natura. Ma quale ammirazione, quale rispetto!!
Non gli è stato dato neanche il giorno dei suoi funerali, con quei
cori allucinanti indirizzati ai giocatori (sono gli stessi magari che la domenica
si fischiano senza pietà al pritp errore, sapete?), forse qualche "vero
tifoso" aveva confuso le scale della Chiesa con la Sud...
Oppure con la presenza di tifosi e tifose "veramente addolorati"
che avevano portato il blocco notes per gli autografi (!) e la macchina fotografica
pronta per immortalare "i belli" della squadra. VERGOGNA!!
Qualcuno mi spieghi per favore, la differenza che esiste tra il Dino Viola
accusato ingiustamente di frode fiscale e sbattuto in prima pagina coi soliti
titoli a 8 colonne ed il presidente descritto, all'indomani della morte, su
tutti i giornali come qualcosa di irripetibile nella storia della A.S. Roma.
Capisco che pur di fare un pezzo si è pronti a tutto, ma la decenza
ed il buon gusto, oltre che la coerenza, sono elementi quasi sconosciuti da
quelle parti. E quante altre cose ci sarebbero da dire ancora, ma a cosa servirebbero?
Il presidente oramai non c'è più e vale la pena di fermarsi
qui, ricordandolo per ciò che ha fatto. Nella gioia delle vittorie,
nell'amarezza delle sconfitte, nel bene della grande Roma e nel male di alcuni
errori (ma chi al posto suo avrebbe fatto le stesse cose senza mai sbagliare?).
Tutto gli si potrà dire ma non che non amasse la Roma e questo credo
può bastare per ricordarlo come il più grande presidente che
abbia avuto fino ad oggi la A.S, Roma.
Stefano
Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs |